Sanificazione delle abitazioni da gas Radon
L’architetto Mansutti è attivo anche nella consulenza per la sanificazione delle abitazioni da gas RADON mediante interventi di depressurizzazione del suolo e del sottosuolo attraverso diverse teniche.
Che cos’è il gas Radon?
Il radon è un gas nobile radioattivo che non ha odore, colore o gusto. È prodotto dal decadimento naturale dell’uranio, che si trova nelle rocce e nel suolo, e “decade” in altri elementi anch’essi radioattivi. Il radon può trovarsi anche nell’acqua.
Essendo, il radon, un gas nobile, quando respirato non si deposita sulle pareti dell’apparato bronco-polmonare e viene in gran parte riesalato senza avere avuto il tempo di decadere emettendo radiazioni. Invece i suoi prodotti di decadimento si depositano facilmente sulle pareti dei bronchi e dei polmoni ed entro circa mezz’ora decadono emettendo radiazioni ionizzanti (soprattutto le radiazioni alfa) che possono colpire e danneggiare il DNA delle cellule. La maggior parte dei danni al DNA viene riparata da appositi meccanismi cellulari, ma alcuni di essi possono persistere e con tempo svilupparsi in un tumore polmonare.
All’esterno, il radon si diluisce rapidamente in concentrazioni molto basse e generalmente non è un problema. Il livello medio di radon all’aperto1 varia da 5 Bq/m3 a 15 Bq/m3. Tuttavia, le concentrazioni di radon sono più alte all’interno e in aree con ventilazione minima.
Perchè il gas Radon è presente in molti edifici?
Cause della presenza del radon all’interno degli edifici sono:
- la depressione che si viene a creare tra i locali abitati ed il suolo. Questa depressione può essere causata dalla differenza di temperatura tra l’edificio ed il suolo o da aperture (es. camini, finestre, lucernari, nonché da impianti di aspirazione delle cucine, bagni ecc..) che provocano un tiraggio aggiuntivo a quello dovuto alla semplice differenza di temperatura. Gli effetti di questa depressione si traducono nell’aspirazione dell’aria dal suolo e con essa del radon contenuto;
- l’infiltrazione.
Che cosa si può fare per mitigare la presenza di gas radon
Alcuni modi comuni per ridurre i livelli di radon negli edifici esistenti:
- aumentare la ventilazione sotto il pavimento;
- installare un sistema di scarico del radon nel seminterrato o sotto un pavimento solido;
- evitare il passaggio del radon dal seminterrato agli spazi abitativi;
- sigillare vie di ingresso;
- migliorare la ventilazione dell’edificio;
- pressurizzazione dell’edificio;
- depressurizzazione del suolo.
Spesso i risultati migliori si ottengono con l’applicazione contemporanea di più di uno dei metodi sopra citati. Le esperienze finora condotte hanno mostrato che i risultati degli interventi effettuati per sigillare le vie di ingresso sono spesso estremamente incerti e, da soli, non sono sufficienti a ridurre sensibilmente ed in maniera stabile la concentrazione di radon. In linea di massima i metodi menzionati possono essere utilizzati sia per la protezione preventiva dei nuovi edifici sia per il risanamento di quelli esistenti.
Depressurizzazione del suolo
tecnica consigliata nel caso di concentrazione molto elevata derivante dal suolo che consiste nel realizzare sotto o accanto la superficie dell’edificio un pozzetto per la raccolta del radon, collegato a un ventilatore. In questo modo, si crea una depressione che raccoglie il gas e lo espelle in aria impedendo che entri all’interno dell’edificio
Si possono impiegare due tecniche diverse:
- aspirazione dell’aria dalle intercapedini o dai vespai. L’aria fresca che rimpiazza l’aria estratta diluisce sufficientemente le piccole quantità di radon provenienti dal sottosuolo. È necessario che le aperture per la ventilazione siano di dimensioni sufficienti;
- nelle intercapedini o negli strati di terra sotto l’edificio viene generata una depressione (rispetto alla pressione atmosferica del locale immediatamente superiore all’intercapedine). In questo caso il sottosuolo deve essere compatto ed impermeabile in modo da impiegare flussi d’aria ridotti e potenze minime per ottenere una depressione sufficiente ad ostacolare l’infiltrazione del radon.
Depressurizzazione diretta del sottosuolo con pozzo di raccolta centrale
L’aria del sottosuolo viene raccolta in un semplice pozzo sotto il pavimento esistente e dispersa mediante aspirazione. Il procedimento è più efficace se il suolo è molto permeabile (strato di ghiaia o di materiale di riporto sotto l’edificio). Il sistema migliora se il pozzo viene costruito fino allo strato meno permeabile del sottosuolo. In condizioni sfavorevoli (elevata superficie da risanare, particolari situazioni geopedologiche, ecc), sarà necessario costruire diversi pozzi di raccolta.
Depressurizzazione diretta del sottosuolo in più punti
A volte, può risultare più semplice aspirare l’aria del sottosuolo per mezzo di più tubi che vengono fatti passare nel pavimento della cantina. Il radon che si trova nel suolo è aspirato da sotto il pavimento. Il passaggio dei tubi attraverso la lastra di pavimentazione deve essere a tenuta. In relazione alle caratteristiche del terreno ed alle dimensioni dell’edificio, saranno necessari uno o più punti di raccolta.
Depressurizzazione diretta del sottosuolo con impianti di drenaggio esistenti
Sono stati effettuati risanamenti in cui, per mezzo di un ventilatore, si è aspirata l’aria del sottosuolo dalle condutture di drenaggio esistenti, riuscendo ad abbassare notevolmente la concentrazione del radon (Fig. 43). Tuttavia, il comportamento dell’aria nelle condutture di drenaggio è variabile da caso a caso. Inoltre, occorre montare sifoni per impedire il risucchio d’aria dalla rete di canalizzazione pubblica e dal condotto dell’acqua piovana. In funzione della permeabilità del terreno, questo metodo permette di incanalare e raccogliere il radon attorno e sotto l’edificio. É opportuno installare una val- vola a tenuta ad ogni uscita del sistema di drenaggio. Se si effet- tuano risanamenti, questo tipo di soluzione (con isolamento prov- visorio del collegamento con le fognature) é consigliabile poiché, nel complesso, risulta piuttosto economico.
Depressurizzazione diretta del sottosuolo con pozzo esterno all’edificio
In funzione delle caratteristi- che del terreno e soprattut- to in presenza di un ampio vespaio, la costruzione di pozzi di raccolta del radon esterni all’edificio offre buoni risultati e rappresenta una soluzione molto economica e poco disagevole per gli occupanti, poiché si evi- tano interventi sull’edificio (Fig. 44). Grazie alla relativa compattezza dello strato di humus, attorno al pozzo di raccolta si genera un’area estesa di depressione nel sottosuolo e quindi anche sotto l’edificio.
Depressurizzazione diretta del sottosuolo con fori passanti
Ancora nell’ipotesi della pre- senza di un vespaio o comunque di uno strato poroso di materiale di riporto sotto la soletta controterra, si può ottenere una riduzione del radon mettendo in comunicazione con l’ester- no detto strato attraverso l’esecuzione di alcuni fori (Ø 10-12 cm) sui muri esterni. Si avrà un deciso miglioramento colle- gando, ove possibile, i fori sui lati opposti con tubo forato passan- te di largo diametro (Fig. 45). In alternativa, i fori potranno costi tuire sbocchi esterni di altrettanti spezzoni di tubo forato inseriti in profondità nello strato di materiale poroso.
Depressurizzazione diretta del sottosuolo con un canale di raccolta
Lungo le pareti interne dell’edificio, si di-spone un canale che raccoglie l’aria contenente radon proveniente da fessure lineari come i giunti. Un ventilatore genera nel canale una leggera depressione e spinge all’aperto l’aria aspirata tramite un tubo di scarico (Fig. 46). Questa tecnica è applicabile per punti d’infiltrazione ben localizzati, in particolare, per i giunti tra le pareti e la soletta di fondazione.